MEDICINA E FISICA MODERNA
L’accostamento di due discipline scientifiche come la Medicina e la Fisica può apparire strano. La Medicina si occupa della cura delle malattie e la Fisica studia i fenomeni naturali con le leggi che li governano. Il campo di studio della Fisica è molto vasto e va, dall’Astrofisica che ha per oggetto i corpi celesti e la materia celeste in generale, fino alla Fisica delle particelle o Meccanica quantistica. In ultima analisi essa studia com’è fatto e come funziona l’Universo con tutto quello che esso contiene, sia che si tratti di stelle, di pianeti o di particelle infinitesimali che si uniscono a formare le rocce, gli alberi e gli esseri umani. Così anche noi, se non sappiamo di cosa siamo fatti e quali sono le forze che agiscono nell’intima struttura del nostro corpo, quando siamo in salute, non capiremo mai "il perché" della malattia, né tanto meno, qual è il modo migliore per curarla.
Fino alla fine del XIX secolo, si pensava che gli atomi fossero le ultime particelle indivisibili della materia. Oggi sappiamo, invece, che l’atomo è formato da un nucleo con gli elettroni che ruotano intorno, il nucleo è composto da protoni e da neutroni e questi ultimi sono formati da particelle ancora più piccole, i quark. La teoria più avanzata, la teoria delle corde o delle stringhe, arriva addirittura a postulare che i primi costituenti la materia non siano più le particelle ma dei minuscoli anelli di energia vibrante. Il fisico nell’ultimo secolo, studiando la materia l’ha vista sempre più “smaterializzarsi” davanti ai suoi occhi e ciò che ha in mano non sono nient’altro che numeri e lettere che descrivono proprietà di oggetti evanescenti o enigmatiche forme di energia.
La Fisica moderna ha rivoluzionato in maniera profonda il nostro modo di vivere, basti pensare alle applicazioni della tecnologia più avanzata, ma non è ancora entrata con le enormi potenzialità che ha, nel mondo della Medicina accademica, rimasta ancorata alla visione della Fisica classica che, mentre ben si adatta a descrivere il mondo macroscopico che ci circonda, è ormai insufficiente a spiegare cosa accade nei meandri più nascosti del corpo e della psiche umana. Lo sforzo richiesto per approfondire alcuni concetti generali cui è giunta la Fisica moderna, servirà a fornirci la chiave per aprire quelle porte sconosciute che sono, tuttavia, alla nostra portata, e per capire meglio chi siamo e qual è il nostro posto nell’Universo. Oggi, forse, possiamo rispondere a molte delle domande che si è sempre posto l’Uomo, fin dagli albori della sua storia su questo pianeta.
I pilastri fondamentali della Fisica moderna sono: la Relatività generale di Einstein, che descrive l'Universo su grande scala, stelle, galassie, etc.; e la Meccanica quantistica, che descrive l’Universo su piccola scala, atomi e particelle subatomiche che rappresentano le “enormi" piccolezze del mondo infinitesimale, scoperto solo agli inizi del secolo scorso.
L'Essere umano si colloca, all'incirca, a metà di queste scale di grandezza, cioè tra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo. Come dire che noi viviamo ai confini di due mondi contrapposti, in cui prevalgono leggi diverse, anzi, noi stessi siamo fatti di questi " due mondi ": il mondo macroscopico degli oggetti solidi che vediamo intorno a noi e che nel nostro corpo corrisponde agli apparati, agli organi e alle cellule, in cui sembrano prevalere per gran parte le leggi di causa ed effetto della Fisica classica; e un mondo invisibile delle particelle subatomiche (elettroni, protoni, neutroni... fino agli atomi), in cui le leggi del mondo macroscopico sono infrante, e dove vige il principio di indeterminazione, il concetto di dualità onda-particella della materia, il principio di non località, l’ "entanglement "
(intreccio di particelle che perdono la loro individualità per presentarsi come un tutto unico) in cui non opera più il principio di causa e effetto, ma quello di "sincronicità" , ovvero, due eventi connessi che avvengono contemporaneamente senza alcun nesso causale. Nel mondo degli oggetti macroscopici, lo sperimentatore descrive gli eventi come un osservatore oggettivo, distaccato dall’esperimento stesso, mentre nel mondo dell’ infinitamente piccolo, o quantistico, lo sperimentatore entra a far parte dell’esperimento e contribuisce a creare la realtà che osserva.
La Meccanica quantistica ha dimostrato che, a livello subatomico, non ha più senso la distinzione tra materia ed energia, tra mente e corpo, tra “io” e “tu”, tra “dentro” e “fuori”. L’attenzione viene, dunque, spostata dalle singole parti al “tutto”: è il "tutto " che determina il comportamento delle singole parti, il cosmo è un enorme organismo vivente e la moneta di scambio tra i vari sistemi è l’ "energia", che si manifesta in molteplici forme, con diversi gradi di organizzazione. Inoltre, se ciò che influenza e determina la manifestazione della realtà è l’osservatore, la coscienza umana diventa un elemento indispensabile nella comprensione e nell’interpretazione dei fenomeni fisici indagati. La stessa coscienza, la cui definizione va rivista alla luce delle attuali conoscenze, assume un’importanza determinante, in ogni attività della vita umana e quindi, anche nello stato di salute e di malattia.
In campo medico è ormai noto a tutti che, per la riuscita della terapia, l’elemento indispensabile è la volontà di guarigione. La Medicina, generalmente non accetta i propri limiti; il paziente “deve” migliorare conseguentemente alla somministrazione dei farmaci e, se così non avviene, si dice che “il paziente non risponde alla terapia”. Una condanna, questa, che provoca ancora più solitudine e fa sentire il paziente ancora più malato e impotente di fronte alla sua malattia! Contrariamente a ciò, io sono convinto del fatto che una vera terapia sia quella che "suscita" nel paziente la volontà di guarire ! Perché lo fa sintonizzare in una nuova dimensione in cui vede se stesso e la realtà che lo circonda in una nuova luce, una luce positiva fatta di nuove motivazioni e di scambi armoniosi con il mondo esterno e gli altri. L’atto terapeutico deve risolvere l’isolamento e il distacco che sfocia nella malattia stimolando e potenziando al massimo, anzi, quel senso di unione, di condivisione, di " entanglement ", di solidarietà e di amore... prerequisiti essenziali del ricevere e donare la salute a se stessi e agli altri.
L’UNITA’ E’ LA VERA REALTA’ DELL’UNIVERSO
- Ogni cosa che esiste, quindi anche ogni essere vivente, è fatto di onde-particelle in connessione con tutte le altre particelle e con tutto ciò che esiste nell ’ Universo.
La parola Universo, dal latino significa “tutto intero”, cioè non diviso, non frazionato in singole parti; e al di là dell’apparente molteplicità delle forme e degli oggetti, a livello atomico e subatomico la Fisica dimostra l’esattezza dell’etimologia stessa. Non solo l’Universo è indiviso ma le particelle comunicano tra di loro ed è come se sapessero “dove sono” e “cosa” stanno facendo le altre particelle. Come affermato dal fisico Enrico Bellone: “Tutti i corpi viventi, noi compresi, si scambiano informazioni e queste informazioni sono essenziali per sopravvivere”. Pertanto a livello atomico e subatomico le particelle non hanno più significato come entità isolate, ma si possono comprendere solo come interconnessioni. Il nostro corpo fisico non è limitato nello spazio ma è in rapporto dinamico con tutti gli altri corpi. Così è anche per la nostra salute che non è un fenomeno individuale ma "collettivo". Non siamo individui isolati, ma un corpo unico; siamo esseri, sia individuali (aspetto particellare), che collettivi (aspetto ondulatorio). I sentimenti, le sensazioni, gli stati d’animo più diffusi in un gruppo cospicuo di individui si trasmettono e influenzano ogni singola persona determinando la malattia che assumerà, a volte aspetti diversi, (patologie isolate); a volte, aspetti simili, (patologie epidemiche) nei vari individui, ma con un’unica causa che rappresenta lo stato d’animo prevalente nella maggioranza delle persone. Ad esempio, una delle patologie epidemiche più diffuse e in crescente aumento è l’attacco di panico, anche tra soggetti giovani e, spesso, senza apparente motivo. Non è questa l’espressione individuale di un profondo malessere della società moderna, dove è sempre più diffuso il senso di insicurezza e la mancanza di solidi ideali di riferimento spirituale, politico, economico e sociale?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta un aumento impressionante delle patologie mentali di diversa gravità, che costringono le persone a un abuso crescente di psicofarmaci, soprattutto nei paesi a più alto tenore di vita. Viviamo in un mondo globalizzato dove, in tempo reale, assistiamo alle ingiustizie e alle tragedie che affliggono l’Umanità in ogni angolo del pianeta. L’attacco di panico, per essere curato in profondità, richiede un cambiamento altrettanto profondo del proprio modo di essere, un cambiamento della propria coscienza che deve fare un salto qualitativo importante, facendoci riconsiderare noi stessi in un rapporto diverso con gli altri e con l’ambiente in cui viviamo. Essendo noi "individui collettivi", un unico corpo, dobbiamo uscire dagli angusti confini dell’individualismo e andare verso gli altri, con un sentimento di solidarietà che rappresenta il substrato di una guarigione globale, come globali sono i sentimenti che ci pervadono. E’ forse questo il significato profondo del messaggio evangelico “ama l’altro come te stesso” ... che può diventare:
se vuoi essere sano, ama l’altro come te stesso!”
LA MALATTIA NON VIENE PER FARCI DEL MALE
Il corpo umano è formato da miliardi di cellule che, nello stato di salute, vivono in un rapporto armonico tra di loro. Quando siamo malati ci identifichiamo con la malattia, diventiamo “quella malattia”, frutto delle informazioni sbagliate che nascono dalla “mente” delle cellule individualiste che tendono al predominio sulle altre; un’informazione sbagliata si diffonde, allora, come un’onda nell’organismo, un’onda che collassa in una realtà limitata che esclude tutte le altre possibilità.
Ribadisco: è l’atto medico, responsabile del cambiamento profondo che deve avvenire in ogni paziente ! Quindi, ognuno di noi ha bisogno di un' appropriata terapia che raggiunga la profondità dell’essere e non si fermi alla soppressione superficiale dei sintomi, con farmaci a carattere palliativo. Ciò presuppone anche un cambiamento radicale della coscienza del medico che deve essere "creativo" in ogni atto terapeutico, per raggiungere l’essenza dell’Uomo; ovvero, quel “ vuoto quantistico ” - come direbbe il fisico - da cui tutta la realtà emerge sotto forma di “informazione” adatta al singolo paziente, che lo riporti a sperimentare la sensazione di unità con se stesso e con gli altri, substrato della progressiva e autentica guarigione. Anche la malattia, allora, assume un significato diverso: il male non viene per farci del male... ma per farci del bene.
E questo perché, se ben compreso e ben curato, modifica la coscienza e la consapevolezza del paziente, portandola a un livello che genererà un ordine superiore al precedente stato che si concretizzerà in un' autentica crescita spirituale e in un conseguente vero benessere psico-fisico.
Una conferma dell'esattezza di queste considerazioni ci viene,ancora una volta, offerta dalla Fisica, precisamente dal premio Nobel Ilia Prigogine che, con il suo lavoro sulle strutture dissipative, ha colmato il divario tra il mondo della Fisica e quello della Biologia. La seconda legge della termodinamica dice che l’ "entropia", cioè il grado di disordine nell’ Universo cresce costantemente. Questa legge, mentre rimane valida nel suo complesso, viene infranta quando si osservano i processi che caratterizzano gli esseri viventi, che manifestano la capacità di evolversi e di crescere verso sistemi a maggiore complessità. Quando si produce una perturbazione di una certa intensità, l’organismo vivente può non riuscire ad adattarsi, diventando sempre più fragile. Ma questa apparente fragilità, che per l’organismo umano è rappresentata dalla comparsa dei sintomi della malattia, è il punto chiave per una possibile evoluzione verso una maggiore complessità e un maggior ordine, ciò che viene definito un salto quantico. La nuova organizzazione è completamente diversa dalla precedente e per l’essere umano rappresenta il raggiungimento di un equilibrio psico-fisico superiore al precedente, dunque, anche una visione completamente diversa della realtà che lo circonda, con la capacità di resistere maggiormente a ogni perturbazione esterna. Le strutture dissipative affermano che l’ordine nasce dal caos o dalla malattia, meglio ancora, l'ordine non potrebbe nascere senza il caos, cioè senza la malattia.
In sintesi, quando l’organismo umano è sottoposto a un forte e prolungato stress arriva a un punto di biforcazione in cui il corpo può subire un collasso, con la manifestazione della malattia vera e propria, anche se forse alcuni sintomi erano già presenti da tempo; oppure può raggiungere un più alto livello di ordine attraverso un salto quantico.
Da ciò si desume la necessità di adottare una metodologia terapeutica che, in realtà, non viene quasi mai rispettata in ambito medico. Quando compaiono i primi disturbi in un paziente "non bisognerebbe mai sopprimerli" con un trattamento sintomatico locale, impedendo di fatto il raggiungimento di un ordine superiore, seppur attraverso il superamento di una crisi. I sintomi vanno dunque, interpretati come una “spia” che si accende; mentre è l’organismo nella sua totalità a dover essere stimolato, affinché si verifichi il miglioramento dello stato di salute generale e un più alto livello di ordine di tutto l'organismo... Ciò vuole anche dire :
"vi sono dei mali dai quali non bisogna cercar di guarire, perché sono i soli a proteggerci da altri ancor più gravi”.
(M. Proust)