ALLORA, QUALE TERAPIA?
Molte delle nozioni enunciate sono note a tutti, essendo il frutto del pensiero dei mistici e patrimonio di molte religioni.
Quello che, però, non mi stancherò mai di ripetere - e che voglio ancora una volta sottolineare, se la malattia deriva effettivamente da "una errata percezione del tempo" - è che l'obiettivo fondamentale di una vera Medicina unitaria è il riportare il paziente a riappropriarsi della sanità, meglio ancora, della "santità del tempo", che Erich Fromm avrebbe anche definito: ristabilire la priorità dell'Essere sull'Avere.
E la Medicina Unitaria avrà il compito di dilatare la coscienza umana, facendo vivere all’individuo la consapevolezza dell’origine del "tutto", del tempo che contiene lo spazio.
Noi possediamo le cose nello spazio, ma siamo ed esistiamo nel tempo. E' solo nel tempo che siamo veramente uniti, che condividiamo la nostra essenza con tutti gli altri esseri viventi, è la contemporaneità
che ci rende veramente simili. Ed è in questo senso che si evolve, a mio avviso, l’omeopatia del futuro: IL TEMPO E' IL SIMILE CHE CURA IL SIMILE.
La società attuale è sempre più malata perché, continuando a cogliere i frutti dall’Albero della Conoscenza, invece di volgere lo sguardo all’Albero della Vita, priva l’uomo di ciò di cui ha più bisogno - ovvero la capacità di abbeverarsi alla fonte dell’eterna giovinezza, a quel Tempo dello Spirito dove la creazione è un processo continuo - consegnandolo, invece, al tempo lineare, della dissoluzione e della morte.
E’ inevitabile che l’espropriazione di un tempo spirituale porti a un aumento dell’entropia, del disordine e della malattia.
Ed è a questo punto che la Medicina tradizionale interviene, non rimuovendo la vera causa della malattia, ma addirittura rendendola ancora più acuta. Il farmaco è l’ultimo e più pericoloso stratagemma che l’uomo ha inventato per rendere inutile anche l’aspetto intrinsecamente "positivo" della malattia e facendo sì che essa diventi cronica e incurabile.
Il farmaco "inganna l’organismo", che cerca in modo naturale di ristabilire i propri ritmi interni, costringendolo a vivere sempre più nel tempo lineare, il tempo profano, con l’assunzione di molecole fatte di materia-spazio e a discapito del tempo della guarigione. Non è un caso che il farmaco, per togliere il dolore, dovrà essere assunto a intervalli sempre più ravvicinati fino ad avere effetti paradossali, cioè arrivando perfino ad accentuare il disturbo per cui era stato prescritto.
Quando, invece, si somministra il rimedio che contiene la dimensione del tempo, il flusso dei pensieri si arresta e assume un’altra sequenza, diversa da quella ordinaria. Non a caso, durante la malattia l’organismo ha bisogno di riposo, quel riposo che non gli era stato concesso prima, quel sonno rigeneratore dove lo Spazio e il Tempo ristabiliscono una gerarchia diversa. Nel sogno, in un attimo siamo trasportati in un lontano passato, parliamo - come se fossero presenti - con persone che non ci sono più; poi ritorniamo al presente, avendo avuto talvolta dei sogni preveggenti di fatti che, successivamente, ci accadono realmente.
Sperimentiamo, dunque, quello che sembra avvenire nei buchi neri di cui parla l’astronomia, dove le leggi fisiche si invertono, dove gli oggetti si muovono nel tempo ed è "lo spazio a scorrere". In verità sono attimi in cui passato, presente e futuro sono contemporaneamente presenti e, più ci lasciamo trasportare e ci immergiamo in questo “brodo primordiale” - in questo vuoto quantistico - più rapida e risolutiva sarà la guarigione.
Quando sperimentiamo la sensazione che è il tempo a contenere tutto, e lo spazio viene fecondato e dilatato dal Tempo, allora possiamo attingere a quel germe di eternità che è dentro di noi, perché il tempo si rigenera sempre.
La nuova Medicina dovrà raggiungere un livello molto più profondo rispetto a quello raggiunto oggi, per riuscire a promuovere un’ evoluzione della persona nella sua totalità, in modo che i vari “io” frammentati nel tempo lineare ( quindi, separati dagli altri ) che l’Uomo vive nella sua quotidianità e che sono responsabili della malattia, sperimentino una sensazione di unità sotto la direzione del "sé", il solo che può vivere la dimensione del tempo indiviso, il tempo dell’eternità.
L’esperienza dell’unità con gli altri e con il “tutto” é il paradigma del livello massimo di salute che l’uomo può raggiungere, come anche ci insegna la Psicologia transpersonale.
Solo una Medicina che consideri il Tempo, lo Spazio e la Coscienza umana come strettamente uniti e come i cardini della realtà di cui l’uomo è espressione e co-creatore, può far nascere la consapevolezza di un’esistenza indivisa e partecipe dell’unità con il tutto, per raggiungere l’essenza dell’Essere, laddove è possibile sconfiggere le malattie... forse anche la morte.
“I sogni si realizzano; senza questa possibilità la Natura non ci inciterebbe a farne "
(John Updike)